Azione 1: il viaggio di studio in Sicilia

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Il viaggio di studio a Palermo degli allievi, rappresentanti dell’Associazionismo e del terzo settore del corso Azione 1 del Progetto Competenza Immigrazione provenienti da Sassari. Il primo dei quattro gruppi di allievi dei corsi del Progetto Competenza Immigrazione, appartenenti all’Associazionismo e al terzo settore, impegnato sul fronte dell’inclusione sociale e dei migranti, ha effettuato la visita di studio prevista dal Progetto formativo.

La visita si è svolta dall’11 al 14 maggio, i partecipanti sono partiti da Sassari e si sono imbarcati a Cagliari per raggiungere la Sicilia la domenica sera.

A partire da lunedì è iniziato un intenso programma di visite. Alla mattina ci si è recati presso l’Ambulatorio di Emergency dove siamo stati accolti dal coordinatore, dottor Fatah, di provenienza etiope. L’ambulatorio ricavato in una area dell’ex ospedale psichiatrico, messo a disposizione dalla locale ASL. L’ambiente gradevole, circondato da un piccolo giardino curato è una oasi di pace, pulizia, gentilezza nell’accoglienza. Aperto a tutte le persone, migranti e italiane, che non sono in condizioni di fruire della sanità pubblica ,l’ambulatorio offre assistenza medica di base e visite specialistiche (oculistiche, dentistiche, cardiologiche, pediatriche…) offerte gratuitamente da personale medico volontario, a chiunque non possa o non riesca a fruire del sistema sanitario. Fra le attività sociali e sanitarie un importante “Progetto Donna” per la diagnosi precoce di tumori e per imparare a proteggersi da malattie sessualmente trasmissibili vivendo con serenità la propria vita sessuale. In parallelo una mediatrice offre orientamento e accompagnamento di segretariato sociale, sviluppando un rapporto di rete con i patronati e i servizi sociali.

Le visite sono proseguite, prima con una passeggiata nel quartiere multietnico della Kalsa e successivamente con un intenso incontro con il Centro di Accoglienza Padre Nostro fondato da Don Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia per il quale è avviata una causa di beatificazione. Mariangela, una giovane operatrice del Centro ci ha accolto insieme ad un gruppo di anziani del quartiere. Infatti il Centro si trova nel quartiere Brancaccio di Palermo zona ad alta intensità mafiosa ed è un faro di accoglienza, legalità risposta a bisogni sostegno e prevenzione del disagio e dell’esclusione sociale. Opera attraverso diversi servizi fra i quali una casa di accoglienza per donne vittime di abusi, sportelli di orientamento e consulenza sociali, un centro di aggregazione giovanile attraverso lo sport . Anche questi servizi si uniscono nella risposta solidale sia verso gli immigrati che gli italiani.

Nella visita abbiamo potuto vedere un toccante filmato sulla storia e le prospettive dell’azione di Padre Puglisi e del Centro e abbiamo potuto visitare il Centro aggregativo che, malgrado i continui attentati e provocazioni degli ambienti mafiosi, rimane una testimonianza di: gioia, apertura, vivibilità serena animato dai bambini e ragazzi che si dedicano ad attività sportive e di gioco. Il secondo giorno abbiamo attraversato a piedi un pezzo dell’insediamento storico più antico di Palermo, l’antica città fenicia, corrispondente oggi al quartiere Ballarò, per giungere al Complesso di Santa Chiara che include la chiesa e un ex monastero oggi trasformato dai padri salesiani ìn un centro culturale multietnico di grande rilievo e interesse. Nel chiostro del monastero ci ha accolto Pasqua de Candia del CISS per la Cooperazione Internazionale Sud Sud , una Ong attiva nei progetti di partenariato per lo sviluppo. Pasqua e i suoi collaboratori ci hanno guidato in una esperienza coinvolgente “Rotte migranti” realizzato nell’ambito di un progetto FEI, che ripercorre il viaggio dei migranti, richiedendoci di entrare nei panni di un migrante con la sua storie, la sua cultura i bisogni che lo spingono ad un viaggio pericoloso in fuga spessissimo da privazioni, rischi guerre e persecuzioni. Il percorso simula con realismo e con un
forte coinvolgimento emotivo, la tratta e i maltrattamenti dei trafficanti, i pericoli del viaggio, il rapporto traumatico con il paese di arrivo, i rischi dello sfruttamento sul lavoro e a scopo sessuale.

In conclusione un “debriefing ci coinvolge su “come è andata a finire” nella realtà (a volte con lieto fine ma spesso molto male) la storia del migrante che abbiamo impersonato per quel tempo breve, ma così coinvolgente, e ci guida ad una riflessione anche su : normative, procedure, politiche, carenze e contraddizioni con i quali il nostro Paese e tutti noi dobbiamo fare i conti.

Abbiamo avuto anche l’opportunità di incontrare in questo fase anche Adham Darawsha il giovane Presidente (un medico palestinese ) e il giovanissimo Vice presidente (uno studente tamil) della Consulta delle culture di Palermo, eletti recentemente da oltre 7.000 migranti che si batte per acquisire spazi e funzioni per assicurare l’espressine culturale religiosa delle diverse comunità migranti ,con particolare attenzione al rapporto con le scuole.

Abbiamo infine colto l’occasione per una visita guidata al complesso monumentale di Santa Chiara, alla conclusione abbiamo gustato un aperitivo “multietnico” con prodotti della gastronomia senegalese, mentre ci confrontavamo con la giovanissima coordinatrice delle svariate attività sociali del complesso: un centro di accoglienza, un asilo multietnico, uno sportello legale, occasioni di aggregazione culturale, spazi per ricorrenze delle diverse comunità che gravitano sul quartiere.

Nel pomeriggio l’incontro con Anna Cipolla di Italia lavoro che ci ha illustrato i progetti per l’inserimento lavorativo dei migranti , rifugiati e minori stranieri non accompagnati rilevando i successi ma anche le difficoltà a costruire, in questa difficile contingenza socio economica, opportunità di lavoro e di qualificazione per questi soggetti così deboli sul mercato del lavoro.

Successivamente un incontro molto coinvolgente con le Acli di Palermo nella persona Matilde Foti della Presidenza nazionale e di Anna Tarantino, Responsabile dello” sportelo migranti” che hanno illustrato le attività dello sportello in connessione con tutto il sistema Acli a favore dei migranti . Abbiamo potuto apprezzare il costante riferimento ai valori costitutivi delle Acli in relazione ai servizi offerti . Durante una visita alla sede del Patronato, affollato di persone (italiane e immigrate in uguale misura) alla ricerca di una risposta alle diverse problematiche sociali(legali, fiscali, del lavoro, di tutela e dei diritti) , abbiamo potuto parlare con i diversi operatori, e utenti, ognuno portatore di un bisogno e di una storia, cui gli operatori cercano con rispetto e disponibilità di accompagnare una possibile risposta. Infine un “focus” finale davanti ad una granita al limone ci ha permesso di cercare i punti comuni di questa rete di stimoli, di testimonianza e di volontà di cercare bene comune che abbiamo incontrato a Palermo
portandoci a casa il ricordo di tanto impegno , una luce di speranza, ma anche il desiderio di mantenere contatti e di cercare nuove convergenze e la consapevolezza di avere colto una opportunità che ci ha arricchito.

Il giorno dopo abbiamo ripreso la strada di casa.